Il perchè di un nome...

Ci piace ricordare che dobbiamo l’intitolazione a Giuseppe Garibaldi allo spirito pragmatico dei cittadini e degli amministratori reggiani, che nel 1884 decisero di devolvere i fondi raccolti per l’erezione di un monumento “all’eroe dei due mondi” alla scuola per i ciechi, purché fosse a lui dedicata.
L’Istituto fu quindi intitolato a Giuseppe Garibaldi il 2 giugno 1889 e una lastra di marmo, recante una significativa dedica, ricorda ai posteri l’avvenimento.

1879

L’Istituto Regionale “Giuseppe Garibaldi” per i Ciechi deve principalmente la sua esistenza a Dante Soliani, cieco dalla nascita, che fu presidente della sezione di Reggio Emilia della Società “Nicolò Tommaseo” nel 1879. Soliani, che ebbe modo di conoscere i metodi ed i sistemi usati in quegli anni presso l’Istituto Nazionale di Parigi e presso le migliori scuole per i ciechi, si preoccupò di come poter risolvere anche nella sua città il problema dell’istruzione dei ragazzi minorati della vista.

Lavorò, insieme a vivaci collaboratori, per questo a lungo e vagliò tre diverse ipotesi: far accogliere i fanciulli ciechi nelle scuole pubbliche dei comuni di residenza; creare nel capoluogo una scuola per fanciulli ciechi, fornendogli alloggio presso famiglie di benefattori o pie istituzioni; fondare una scuola con convitto per i ciechi, dotata d’insegnanti.

1882

Poiché le prime due ipotesi parvero impossibili da realizzare deliberò nel 1882, con il resto del Comitato “Tommaseo”, la fondazione di una scuola convitto in cui fossero accolti tutti i ciechi istruibili della provincia, con insegnanti propri e con l’adozione di tutti i sistemi speciali per l’istruzione dei ciechi.

Il reperimento dei mezzi economici per la realizzazione di tale opera fu articolato e complesso, ma alla fine l’amministrazione Provinciale di Reggio aderì al programma formulato e stanziò un sussidio, anche i Ministeri dell’Interno e della Pubblica Istruzione fornirono un loro contributo.

1883

Il 13 novembre del 1883 il giornale reggiano “L’Italia Centrale” annunciava che in seguito al generoso appoggio del governo, della Provincia di Reggio e del Comune reggiano, sarebbe stata aperta la promessa scuola convitto provinciale per i ciechi, d’ambo i sessi, dal sesto al venticinquesimo anno d’età.

All’inizio, i locali che ospitarono la scuola convitto erano pochi e modesti, ma nel giro di breve tempo la richiesta di accogliere ragazzi minorati della vista provenienti anche da altre province fu tale che si creò la necessità di dare all’istituzione locali più grandi e più consoni.

1884

Fu così che nel novembre del 1884 l’Istituto si trasferì nello stabile di Via Franchetti (allora Via dell’Albergo) che divenne, dopo vari decenni, sua sede definitiva e che ancora oggi lo ospita.

Sempre nel 1884, il Municipio di Reggio Emilia ed un comitato, costituitosi per l’erezione di un monumento a Giuseppe Garibaldi, deliberarono di devolvere all’Istituto la somma raccolta col patto che l’Istituto fosse a lui intitolato.

1889

Il 2 giugno del 1889 l’Istituto dei Ciechi s’intitolò quindi a Giuseppe Garibaldi.

Il consiglio dell’Istituto, negli anni a seguire, continuò a portare avanti l’opera di protezione e di sviluppo della scuola, la quale sorse con una preparazione teorica e pratica e con una modernità di concezione tale, da porla in prima fila tra le scuole di allora.

1892 - 1914

L’Istituto nel corso della sua storia conobbe momenti bui e difficili causati da incertezze economiche e dalle amministrazioni che se ne disinteressarono, tanto che per vari anni (dal 1892 -1914) all’istituto non furono apportate migliorie né modifiche.

1925 - 1932

Negli anni dal 1925 al 1932 ci fu quella che si può definire la rinascita dell’istituto, anche grazie alla fondazione dell’Unione Italiana per i Ciechi e alla nascita della Federazione Nazionale delle Istruzioni pro Ciechi, che si batterono e fortemente vollero che gli Istituti di istruzione per i minorati della vista continuassero ad esistere e a migliorarsi.

Con il decreto del 26 giugno del 1926 l’Istituto risorge a nuova vita e nel giro di pochi anni si porrà nuovamente alla pari dei maggiori d’Italia. In questi anni aumentò notevolmente anche il numero dei suoi alunni, poiché iniziò ad accogliere non solo i ragazzi del territorio delle province di Reggio Emilia, Mantova e Parma, ma anche alunni ciechi di tutte le province dell’Emilia e delle Marche. Gli allievi che nel 1924 erano appena 37 arrivarono nel 1927 a 60 e negli anni successivi aumentarono ulteriormente. Furono di conseguenza cercati nuovi finanziamenti e migliorati i locali e gli interventi furono tali che nel 1930 l’istituto fu in grado di poter accogliere quasi 100 alunni.

1935 - 1936

Nell’anno scolastico 1935-36 si aggiunsero anche alunni provenenti dalle province toscane e la popolazione scolastica arrivò a 128 unità.

1939

Con il procedere di una corretta ed appropriata educazione dei fanciulli ciechi nacque l’esigenza di migliorarne anche la formazione professionale, rispondendo alle esigenze di coloro che, per diversi motivi, non avrebbero potuto proseguire negli studi, nel 1939 anche presso l’istituto di Reggio Emilia fu quindi istituita una “Scuola di avviamento secondaria statale a tipo industriale per i ciechi“.

Questo avrebbe portato ad un ulteriore aumento della popolazione scolastica e riportò a galla i problemi dei locali scolastici e del convitto. Si stavano iniziando le pratiche relative alla concessione di un contributo pubblico per l’adempimento di tali lavori, quando scoppiò la seconda guerra mondiale, le pratiche furono allora sospese e mai più riprese.

La nuova scuola iniziò ugualmente la sua attività. Fino al ’43 le scuole e l’Istituto funzionarono regolarmente, quasi come se la guerra non ci fosse.

1943 - 1976

Durante la guerra, tra il 1943 e il 1945, ci fu il periodo dello sfollamento in montagna. A causa dell’intensificarsi dei bombardamenti aerei la permanenza in città divenne, infatti, sempre più pericolosa, e gli alunni che per diverse ragioni non poterono ritornare in famiglia furono inviati a Trinità. Col peggiorare della situazione bellica si decise per la chiusura anticipata dell’anno scolastico.

Alla riapertura delle scuole, nel maggio del ’44, si decise di non rientrare in città per motivi di sicurezza, il numero degli alunni dell’istituto fu quindi assai limitato, difatti solo quelli delle province più vicine poterono raggiungere la residenza montana. Nonostante il periodo drammatico, le difficoltà di sostentamento e altre fu questa l’occasione per sperimentare realmente una scuola familiare all’aperto. Molti degli alunni che frequentarono l’Istituto in quel periodo, affermano che, nonostante la paura provocata dai frequenti lanci di bombe, dagli scontri delle forze armate tedesche con quelle partigiane, ecc., quello fu il periodo scolastico più bello della loro vita.

Alla fine della guerra l’ente versava in condizioni veramente gravi, l’istituto era stato occupato in parte dalle brigate nere e poi dalle formazioni garibaldine; le condizioni economiche erano disastrose. Quando nel settembre le brigate lasciarono liberi i locali occupati, ma pochi mesi dopo l’Amministrazione dovette cederli al Comune che li adibì a sede dell’Istituto Magistrale.

Per salvare l’Istituto, che rischiava la definitiva chiusura, i locali furono riordinati alla meglio e le scuole furono comunque riaperte. Alla fine del 1946 gli alunni erano 113 e le condizioni finanziarie stavano via via migliorando. L’Istituto Garibaldi, la scuola speciale e l’annesso convitto rimasero aperti sino all’anno scolastico 1975-76.

1979 -2000

Dal 1979 l’Istituto ha iniziato a dedicarsi alla formazione e all’aggiornamento del personale docente con Corsi di Specializzazione per insegnanti di sostegno: monovalenti prima, rivolti cioè solo agli insegnanti di alunni minorati della vista, polivalenti poi, seguendo l’evolversi delle disposizioni ministeriali.

dal 2000 ad oggi

L’istituto ha inserito la consulenza tiflopedagogica, organizzato corsi, laboratori e progetti di accessibilità.